Gallerie Nazionali di Arte Antica – Palazzo Barberini dal 18 marzo al 30 luglio 2023

di Patrizia Cantatore

Inaugurata a Palazzo Barberini, un’imponente mostra che celebra Urbano VIII Barberini nell’anno del suo quattrocentesimo anniversario dell’elezione al soglio pontificio, uno dei più lunghi e rappresentativi del XVII secolo (1623-1644).
Prodotta dalle Gallerie Nazionali di Arte Antica con il sostegno della Direzione Generale Musei del Ministero della Cultura, rappresenta l’occasione per testare la potenzialità dei musei italiani con i suoi 1000 mq e i prestiti richiamati da molti musei internazionali. A curarne l’allestimento pensato e progettato da tempo, la direttrice Flaminia Gennari Santori e Maurizia Cicconi con la collaborazione di Sebastian Schütze, uno dei massimi studiosi sui Barberini e Rettore dell’Università di Vienna.

Il titolo dell’esposizione, “L’Immagine Sovrana” sottolinea come Maffeo Barberini – al secolo papa Urbano VIII- riuscì a trasformare non solo la città di Roma grazie alle grandi opere commissionate ma, la cultura, la politica del suo tempo.
In pochi anni costruì la sua carriera, nominato infatti Nunzio Apostolico a Parigi nel 1604, seppe conquistare appoggi a corte, anche grazie allo scambio di artisti e di opere, ottenendo così la berretta cardinalizia proprio per mano di Enrico IV re di Francia. A riprova di come seppe costruire la sua immagine, la storia della modifica dello stemma araldico: le tre api d’oro su sfondo blu, sostituirono i meno nobili tafani, che legavano la famiglia al luogo di nascita (nei pressi di Barberino) e la successiva cancellazione dei vecchi stemmi in pietra dopo la sua elezione.


Ultimo papa a praticare il nepotismo, nominò cardinali Francesco, Antonio e il Principe Taddeo Barberini, comprando e accaparrando feudi per la famiglia, utilizzando l’egemonia culturale per promuovere la propria azione politica e di governo, ultimo papa ad allargare i confini dello Stato pontificio, impose il proprio pensiero filosofico, il proprio gusto per le arti; piegando al proprio interesse la scienza, confermando al Tribunale dell’Inquisizione tutti i poteri, come ebbero a sperimentare Galileo Galilei, C. Cremonini, M.A. De Dominis, Tommaso Campanella (da arcivescovo intercederà per lui presso il re di Spagna che lo libererà dopo 27 anni di prigionia) e la messa all’indice de l’Augustinus di Giansenio e del giansenismo.


Letterato e poeta, prese sotto la sua ala protettiva artisti come: Pietro da Cortona, Gian Lorenzo Bernini, Andrea Sacchi, Nicola Poussin, Valentin de Boulogne, convinto che l’arte fosse il mezzo attraverso il quale poter aumentare il prestigio personale, familiare ma, anche della Chiesa e del suo potere temporale e spirituale. Amante del fasto, umanista, fu soprannominato ape attica (dall’ape presente nello stemma di famiglia) durante il suo papato seppe abbellire Roma di importanti opere in uno stile che lo contraddistinse, il Barocco. Imprese colossali, che incanteranno il mondo e svuoteranno le casse erariali come il baldacchino in bronzo in San Pietro, disegnato da Gian Lorenzo Bernini o il rafforzamento di Castel S. Angelo con cannoni realizzati fondendo le massicce travi tubolari in bronzo del Pantheon, una scaltrezza nella spoliazione delle vestigia antiche battezzata dal detto “quod non fecerunt Barbari, fercerunt Barberini”( quello che non fecero i barbari fecero i Barberini).

Il sontuoso palazzo di famiglia, sede oggi del Museo, fu commissionato al Maderno, riutilizzando il marmo del Colosseo, con nel salone di rappresentanza l’affresco de Il Trionfo della Divina Provvidenza di Pietro da Cortona e altri Capolavori facenti parte della cosiddetta collezione Barberini, smembrata nei secoli, (è del governo Mussolini datata 1934 la norma che abolì il vincolo fidecommissario permettendo così agli eredi Barberini di alienare all’estero capolavori da Caravaggio a Dürer) e attualmente conservata nei principali musei del mondo, opere fra le altre di Gian Lorenzo Bernini, Caravaggio, Valentin de Boulogne, Francesco Mochi, Nicolas Poussin, Andrea Sacchi e alcuni degli spettacolari arazzi prodotti dall’Arazzeria Barberini, che tornano quindi nella loro sede originaria per essere ammirate.


Più di 80 opere provenienti dalla collezione del museo e da oltre 40 tra istituzioni museali, collezioni private italiane e internazionali. Non solo i capolavori, ma anche i libri, stampe, oggetti, la raffinata collezione antiquaria, gli Arazzi di famiglia.
Articolata in dodici sezioni che vanno dal piano terra alle sale monumentali del piano nobile, troviamo le opere di Caravaggio come Il Sacrificio di Isacco (Galleria degli Uffizi); il ritratto del Cardinale Maffei non ancora papa, attribuzione controversa allo stesso Caravaggio con un dibattito che prosegue anche nel catalogo dell’esposizione, il San Sebastiano nella cloaca Maxima del Carracci (The J. Paul Getty Museum).

Il busto di Urbano VIII e il ritratto bronzeo del papa Urbano VIII entrambi ad opera di Gian Lorenzo Bernini, il bronzo commissionato dal cardinale Antonio nel 1656, più di 10 anni dopo la morte del Papa e in prestito dalla collezione del Principe Corsini, ove giunse nella seconda metà dell’Ottocento in seguito al matrimonio di Anna Barberini e Tommaso Corsini.
Tra le altre, anche il bronzetto preparatorio per il sepolcro di Matilde di Canossa ad opera del Bernini, una delle figure storiche simboliche che il papa celebrò per riaffermare l’universalismo della Chiesa cattolica; la tela del Martirio di Sant’Erasmo di Nicola Poussin (Musei Vaticani), opere funzionali al progetto di evangelizzazione nei paesi extraeuropei, (Persia, Cina, Filippine, Giappone, India etc.) promosso dal papa con l’istituzione di Propaganda Fide.


Spiccano alcuni prestiti straordinari: il Pan disteso attribuito a Francesco da Sangallo il giovane (Saint Louis Art Museum); la Morte di Germanico di Nicolas Poussin (Minneapolis Institute of Art), una delle più celebri opere del pittore francese commissionata dal cardinale Francesco nel 1626; il Ritratto di Marc’Antonio Pasqualini con Apollo e Marsia di Andrea Sacchi, (The Metropolitan Museum of Art). A questi si aggiungerà da metà aprile la straordinaria Allegoria di Roma di Valentin de Boulogne in prestito dall’Institutum Romanum Finlandiae, Roma.


Nel salone finale dedicato alla dimensione scenografica e teatrale di Palazzo Barberini, troviamo due dipinti monumentali restaurati grazie alla mostra, di Andrea Camassei (1602-1649) La strage dei Niobidi reso possibile grazie alla sponsorizzazione di CBC Conservazione Beni Culturali Soc. Coop, e Il riposo di Diana, con la sponsorizzazione di Teleperformance Italia in collaborazione con l’Associazione Civita.

Coopculture, in collaborazione con il Servizio educativo del museo, propone un programma di visite e laboratori per singoli, famiglie, scuole e gruppi, modulati secondo la corrispondente fascia d’età. In programma anche una serie di visite guidate per gruppi e scuole su prenotazione, e per i visitatori individuali tutte le domeniche, alle ore 11.00. Durante l’apertura della mostra saranno organizzati anche 4 percorsi guidati in città alla scoperta dei luoghi che furono teatro di opere di costruzione, restauro e risistemazione volute da Urbano VIII.
Infine è prevista una BARBERINI CARD (20 euro), che include un ingresso alla mostra e la partecipazione a uno dei 4 percorsi alla scoperta dei luoghi di Urbano VIII.
Per tutte le attività Info e prenotazioni: http://www.coopculture.it, edu@coopculture.it
In occasione della Festa della Musica, il prossimo 21 giugno 2023, è in programma un concerto di musica barocca, con ingresso incluso nel costo del biglietto.